Mamme in Parlamento e a com’è andata durante quel pomeriggio nel quale le istituzioni hanno concesso la parola a noi mamme che siamo anche donne e lavoratrici.
Mamme in Parlamento e una giornata da ricordare.
Ormai lo sai, il 6 Giugno scorso si è svolto a Roma, nel Palazzo dei Gruppi Parlamentari, un incontro che mi piacerebbe diventasse il primo di tanti altri. Tanti altri che daranno la possibilità alle mamme di incontrarsi con le Istituzioni.
Istituzioni che dovrebbero iniziare a prendersi più cura di noi mamme che, ad oggi, rappresentiamo un fortissimo e sempre in crescita segmento influente in molti campi dell’economia, della politica, del mondo digitale.
Un mondo digitale che è stato frutto di una vera e propria rivoluzione organizzativa, economica, possibilistica.
Una rivoluzione guidata, insieme agli adolescenti, proprio dalle mamme.
Mamme in Parlamento e cosa è successo
Nuovi lavori, nuove reali possibilità, nuove aperture che devono ancora trovare riscontro e “protezione” nelle Istituzioni.
Mamme in Parlamento ha significato poter finalmente parlare. Poter dare voce forte alle esigenze di chi ha bisogno, ad oggi, di essere madre e, insieme, anche qualcos’altro.
E di questo abbiamo ampiamente parlato in Parlamento in quel 6 Giugno con chi ha avuto voglia di ascoltare e di capire. Capire un po’ di più il mondo chi si trova ad essere oggi madre, donna, moglie, lavoratrice, identità indipendente.
Abbiamo twittato senza tregua, anche con Renzi, con la Lorenzin, con chi fosse in ascolto. E ce ne sono state di persone in ascolto…
Mamme in Parlamento
Io ho avuto l’onore, insieme a Deputati, Professori, Ricercatori, Docenti Universitari, Avvocati, addetti ai lavori e alle blogger Barbara Damiano e Federica Piccinini, di dire la mia in qualità di mamma e di blogger di moda per bambini.
Grazie all’impeccabile direzione di Rosangela Cesareo, con l’organizzazione di FattoreMamma e Italian Digital Revolution, a chiusura di una giornata intensa, piena e da ricordare, questo il mio discorso (o quasi) che possa servire da punto ripartenza per la ricerca di un mondo della moda più adatto anche ai più piccoli.
Tutto per il bene dei bambini, del sistema moda, dei brand, delle agenzie e di tutte noi mamme. Dentro e fuori dal Parlamento.
Mamme in Parlamento e le mie riflessioni
Eccolo e grazie, ancora una volta, per essere venuta con me.
“Buon pomeriggio. Sono Simona Mazzei, sono una mamma e sono una dottoressa commercialista, oltre che alla fondatrice del Blog Fiammisday.
Sono una mamma e sono una blogger, ma non sono una vera mamma blogger, perché affronto quotidianamente quasi esclusivamente un tema apparentemente spensierato colorato e divertente che quello della moda bambino. Vedremo poi, tra un attimo, perché ho voluto specificare apparentemente.
Oggi sono qui davanti alle istituzioni e a tutti voi e a tutte voi mamme grazie alla fiducia dimostratami dall’onorevole Nunzia de Girolamo. Ho avuto l’onore e il piacere di conoscerla durante i lavori per me fondamentali e obbligatori svolti durante la conferenza stampa che un brand di moda bambino sensibile e consapevole come Jeckerson junior ha organizzato durante il Pitti Bimbo 84.
La prima conferenza stampa tenutasi in un salone internazionale di moda sul bullismo e cyberbullismo. Due concetti, quindi, sul bullismo vorrei esprimerli oggi.
Proprio perché è sicuramente vero che i social network sono uno strumento di sviluppo e di crescita io per prima lo posso dimostrare, ma è altrettanto vero che social network lo sono in quanto coadiuvanti di un messaggio reale e positivo da condividere.
Quando utilizzati senza ragione, senza controllo e senza alcuna tutela sono da considerarsi pericolosi.
Con il lavoro che faccio, sono una blogger di moda bambino e una stylist, sono sempre a contatto con le mamme, quelle digitali intendo e con loro succede di scambiarsi idee, opinioni e consigli. Un esempio? Ho creato un gruppo su Facebook che si chiama Come vestire bambini che nasce per questo e su questo vuole rimanere consapevole.
Mamme in Parlamento e le mie idee
Queste sono alcune delle idee ci scambiamo, oltre a colori di moda e must di stagione. Nel gruppo in tutti i miei social non ho mai cercato di alimentare l’identificazione al branco, ho sempre provato a spiegare e ricercare la caratterizzazione.
Perché il bullismo, ricordiamocelo, e anche nella moda.
Esiste infatti un mondo segreto, nascosto e a tratti anche di difficile comprensione che quello dei cataloghi, delle pubblicità degli shooting. Io ho personalmente visto un mondo nel quale i bambini lavorano esattamente come gli adulti bambini che guadagnano, che ricevono soldi, CUD, ingaggi.
Bambini che il più delle volte si divertono giocano e passano del tempo felice spensierato con altri bambini e con le loro mamme.
Bambini che, invece, altre volte, avrebbero bisogno di altro di un modo diverso di concepire il loro gioco.
E quando le mamme e le agenzie che distribuiscono questi lavori non sia non si accorgono di quello che accade e dei bisogni di quello specifico bambino, ci sarebbe davvero bisogno di qualcuno che intervenisse.
Qualcuno che tutelasse i bambini qualcuno che, come in ogni ambiente di lavoro, facesse rispettare le regole e intervenisse in caso di difformità.
Mamme in Parlamento
Io lavoro anche in Rai sono la tutor di moda bambini e le conosco bene queste regole.
I bambini non possono stare più di 3/4 ore in Rai. Devono avere delle pausa, devono essere soddisfatti in tutti i loro bisogni. Esiste una tutor, oltre a me, che li segue e che permette loro di stare a loro agio e di divertirsi.
Non sempre però credetemi è così..
Ci sono shooting, servizi, pubblicità durante i quali non esiste nessuno e ripeto nessuno che sorvegli, che tuteli, che faccia rispettare le minime regole del lavoro. E
E oggi qui davanti a voi, davanti alle istituzioni, vorrei provare a fare una riflessione.
Una riflessione su un mondo che io vivo ogni giorno come blogger, come stylist e sul quale mi faccio delle domande come mamma.
Un mondo che ad oggi non presenta forme di tutela è un mondo nel quale tante volte io mi ritrovo a fare il garante più che la stylist, più che la blogger.
Lo sapete che in Spagna durante ogni servizio fotografico, ogni shooting, esiste una figura che fisicamente è personalmente controlla che il minore abbia la giusta tutela (luci, orario, pausa, schermi) tutto quello che serve per rendere giocoso il mondo della moda bambino? Perché qui da noi questo non succede? O meglio, perché succede solo nelle sedi istituzionali? Tv e spot tv?
Ecco io oggi sono qui per chiedere alle istituzioni di riflettere su come poter istituire il garante del minore, se così lo possiamo chiamare.
Un soggetto insomma che vigili e tuteli il mondo dei più piccoli perché trovo che sia doveroso e responsabile.
Le mamme in parlamento servono anche a questo.
E chiedo a voi mamme di assicurarvi prima di portare vostro figlio davanti a tv telecamere obiettivi che tutto sia regolare, giusto, sensato e perché no, divertente cioè a misura di bambino. Chiedo troppo?
Un garante del minore che sia per tutti anche, per i brand e per le agenzie. Per fermare anche tutte le controversie che potrebbero nascere tra mamme, agenzie, fotografi. Io dal canto mio ho un team che mi affianca e con il quale sto portando avanti un progetto. Progetto volto proprio a riequilibrare il mondo della moda bambino.
Con me è anche Tecnè, azienda che si occupa di sondaggi sul territorio. Insieme siamo portando avanti qualcosa di interessante riguardo. Qualcosa che, magari, in un’altra sede in un altro momento sarei onorata di tornare a presentarvi.
Grazie”
Grazie davvero e alla prossima.