Foto dei bambini sui social, i si e i no del pedagogista

Foto dei bambini sui social

Foto dei bambini sui social, i si e i no del pedagogista e qualche consiglio pratico per non fare errori di cui pentirsi amaramente

Foto dei bambini sui social si o no? Per questioni così sensibili, è meglio rivolgerci ad un esperto. E, visto il mio totale coinvolgimento, ho deciso di far scrivere questo articolo a Valentina.

Vai Vale so che sarai esaustiva e puntuale come al solito.

Foto dei bambini sui social

Foto dei bambini sui social

Simona ha già evidentemente le idee molto chiare su questo importante argomento. Sono stata felice però che mi abbia chiesto di approfondire il tema delle foto dei bambini sui social con un esperto conosciuto apprezzato.

Il pedagogista Dottor Roberto Rospigliosi ci aveva già regalato il suo prezioso contributo a proposito di come vestire i bambini, delle nuove collezioni moda bambino gender free e della moda mini me.

Oggi parleremo insieme al Dottor Roberto Rospigliosi delle foto dei bambini sui social.

Molti genitori, fin dalle primissime ore di vita del loro bambino, iniziano a condividere i primi video e foto dei bambini sui social. Quali possono essere i motivi profondi di questa esposizione mediatica di un momento intimo e che ha una sua sacralità, come quello della nascita?

Dobbiamo necessariamente parlare di emozioni e della loro gestione.

“Essere visti” è un bisogno primario di noi esseri umani, non secondario o accessorio, ma primario. Senza lo sguardo altrui e la relazione, il sistema mente/corpo non si attiva. Lo sguardo può essere di un animale, come per Mowgli nel libro della Giungla. Può essere  dell’immaginario “Signor Wilson” del film Cast Away.

Noi esseri umani abbiamo letteralmente bisogno dell’altro.

Questo nostro bisogno primario trova nel mondo Social un pozzo al quale potersi abbeverare. Il rischio evidente è di poterci cadere dentro. Ricordate la storia di Narciso?

Foto dei bambini sui social

Un genitore può utilizzare i social per dare visibilità alle proprie emozioni. Esprimere gioia, entusiasmo e felicità per avere un figlio così bello, bravo e in gamba.

Per alcuni, condividere le foto dei figli sui social è come dire “sono fiero di te, sono fiero di me”. Possono entrare in gioco anche la vanità, il senso di competizione, il gioco. Lo si può fare per ricordare o perché “ormai lo fanno tutti”. I motivi possono essere variabili. Una volta lo fai per questo per questo, una volta per quello.

L’uso che si fa dei social è sempre legato al momento e al contesto che stiamo vivendo

Qualsiasi sia la motivazione di postare lo foto dei bambini sui social è necessario che l’atto virtuale, se proprio necessario, sia solo successivo ad un atto fisico di contatto comunicativo occhi negli occhi.

Quand’è l’ultima volta che, anche senza motivo apparente, avete detto a vostra figlia/o,  occhi meglio occhi: sono felice che tu ci sia?

Foto dei bambini sui social contatto

Via via che il figlio cresce, è forte la tentazione di condividere le foto dei bambini sui social. Rendiamo pubblici i suoi progressi, i piccoli episodi importanti dei suoi primi anni. Li commentiamo anche con “lettere aperte” che sottolineano i sentimenti e le aspettative dei genitori, rendendo pubblica la propria idea di genitorialità. Questo porta sicuramente ad un interessante confronto con i followers, su tematiche anche importanti, ma quanto è costruttivo di fatto ed appropriato?

L’identità virtuale oggi è una realtà, il social è ormai ben distante dall’essere considerato solo un gioco. E’ parte integrante dell’economia. Produce lavoro. Ha ridotto il gap tra le generazioni, ma (ri)portando i minori nel mondo del lavoro.

Esistono migliaia di contemporanee Shirley Temple con milioni di follower da condizionare e accontentare. Ho anche il ricordo ben presente delle tragiche vite di tante baby stars hollywoodiane.

Foto dei bambini sui social Shirely Temple

Senza creare divieti, trovo legittimo che ogni adulto pubblichi di sé ciò che desidera e ciò che crede più utile, ma i figli non sono una proprietà: lo hai fatto, ma non è tuo!

Per quando riguarda la pubblicazione della foto di un minore, deve esserci il consenso di entrambi i genitori. Le immagini devono essere decorose e non ledere la dignità del minore anche e soprattutto in un’ottica futura.

In Italia, è largamente ignorata la norma per cui è vietato l’utilizzo dei social al di sotto dei 14 anni o nel caso, solo con la supervisione dei genitori.

Circola online un’informativa della polizia postale che mette in guardia i genitori sulla sovraesposizione di  informazioni e foto dei bambini sui social. Ci sono rischi oggettivi nel far sapere tutti i propri spostamenti e quelli dei bambini a sconosciuti. Il problema si può risolvere impostando la privacy dei propri post, evitando la super condivisione e cercando di controllare – per quanto possibile – l’identità dei propri followers e amici su fb. Quali sono invece i rischi e le motivazioni della super condivisione di sentimenti ed emozioni?

I rischi li stiamo vivendo adesso, è difficile essere obiettivi. Immaginiamo di essere un surfista, ecco, adesso siamo esattamente sull’onda. Per poter riflettere sull’esperienza con lucidità dovremmo essere sulla spiaggia o almeno verso la riva.

Foto dei bambini sui social predatori

Foto dei bambini sui social

La scienza ha già però messo in luce uno dei tanti effetti collaterali. Tra questi c’è la dipendenza dopaminergica. Per semplificare, potremmo definire la dopamina (sostanza indispensabile e prodotta dal nostro organismo) come l’ormone della dipendenza.

Il costante utilizzo dello smartphone con notifiche, suoni e costanti richiami, mantiene il livello di dopamina sempre molto alto, proprio perché essere cercati, apprezzati, visti è un bisogno.

Come per tutto, il troppo stroppia!

Consiglierei di ridurre o meglio, togliere le notifiche per evitare di essere continuamente richiamati. E’ più utile guardare lo smartphone quando se ne sente il bisogno, anziché lasciare che sia lui a richiamare la nostra attenzione.

Foto dei bambini sui social smartphone
Condividere può essere divertente. E’ utile domandarsi: perché sto condividendo questo contenuto? Con chi lo sto condividendo? Cosa voglio dire agli altri con questa condivisione? E’ davvero utile per me e mio figlio usare proprio questa immagine?

E’ possibile che l’insicurezza personale, la difficoltà a vedersi per se stessi e vedersi bene, aumenti il bisogno che siano gli altri a dire qualcosa su di noi o sui figli, ma è chiaro che questo può essere un espediente di una volta.

L’insicurezza non è un reato, ma quando si richiede allo sguardo dell’altro una costante richiesta di approvazione, è lì che l’essere visti mostra il suo lato più pericoloso, perché toglie all’individuo la libertà dell’auto determinazione.

Non resta che ringraziare ancora una volta il Dottor Roberto Rospigliosi per il suo preziosissimo contributo. Grazie ai suoi spunti, c’è adesso molto materiale per una riflessione attenta e consapevole.

Tu mamma fashion che cosa ne pensi? Se vuoi, condividi la tua riflessione e poni pure le domande che ti vengono in mente. Sarà bello confrontarci a ragion veduta.

Ciao a presto!

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