Vestire i bambini in maniera congrua, ne parliamo con chi può darci un punto di vista oggettivo e ne facciamo tesoro per affrontare la moda bambino.
Vestire i bambini è un gioco bellissimo, ormai lo sai e te lo ripeto ogni volta.
E vestire i bambini deve essere un gioco per te mamma, ma, anche, e soprattutto, per i tuoi figli. Abbiamo chiesto al nostro amico pedagogista Roberto Rospigliosi, qualche dritta per non sbagliare.
Come vestire i bambini
Vestire i bambini in maniera congrua secondo il pedagogista, un piacere ed un dovere per una mamma fashion, ma attenta alle esigenze dei più piccoli.
Vestire i bambini, i primi gesti di accudimento
Lavare e vestire il tuo bambino è stata la prima sequenza di gesti di accudimento che hai messo in pratica, fin da quando è nato. Attraverso queste azioni semplici e belle hai imparato a conoscere ed amare il suo piccolo corpo e lui ha imparato a riconoscere il tuo.
fonte pinterest
Fino a qualche anno fa, erano le infermiere della nursery della clinica che se ne occupavano. Alla mamma veniva portato un fagottino lindo e pulito solo per allattarlo, ad orari prestabiliti. Oggi, in quasi tutti gli ospedali e cliniche, per fortuna, si attua invece il rooming in.
Il bambino resta fin da subito in camera con la mamma ed è lei ad occuparsi del suo accudimento. Ostetriche ed infermiere dispensano consigli, ma la responsabilità viene lasciata subito interamente alla mamma.
Inutile sottolineare ulteriormente quanto questo sia stato migliorativo, per le mamme e per i loro bambini, facilitando l’allattamento al seno.
Se ne hai voglia, dai una scorsa alle linee guida del ministero della salute, per il rooming in.
Vestire i bambini, amore per la diversità
Sempre dalle linee guida del ministero della salute, salta agli occhi una frase bellissima:
Nel nostro mondo fatto di diversità e di contrasti, riteniamo che questa relazione sul
ruolo svolto dai servizi per la maternità nel promuovere l’allattamento al seno abbia una
notevole rilevanza a livello universale.
Il nostro, per fortuna, non è un mondo omologato. Non è perfetto, ma chi ha provato a immaginarne uno davvero perfettamente organizzato e perfettamente stereotipato ha dato vita a dei veri e proprio incubi, come in “1984” di George Orwell e, più recentemente, nel mondo in bianco e nero di “The Giver”, di Lois Lowry,
Scena del film “The Giver” di Phillip Noyce, tratto dal romanzo di Lois Lowry
Da entrambi questi romanzi emerge come la nostra diversità, anche la nostra imperfezione, sia una componente essenziale dell’umanità e della vita. Quando questa viene soffocata, il risultato può essere paragonabile ad un vero cataclisma.
Ricordalo, cara mamma, anche nel vestire i bambini. Magari hai visto che la maggior parte degli amichetti del tuo bambino indossa un certo giubbotto, o certe scarpe. Non è detto, però, che queste vadano bene per il tuo.
Ascolta le sue personali esigenze ed incoraggialo all’autodeterminazione, anche se tu trovi orribili quelle scarpe bianche con le luci colorate.
Se qualcosa non gli piace, non imporglielo. Se desidera davvero qualcosa, se gli piace e lo vede adatto a sé stesso, accontentalo, là dove è possibile.
Come vestire i bambini, lo stereotipo
Senza addentrarci per ora nello stereotipo di genere, del quale però ti prometto che parleremo più avanti, in un altro post a questo dedicato, vediamo insieme che cosa sia esattamente lo stereotipo.
La parola stereotipo viene dal mondo della tipografia. Erano i “timbri” che venivano utilizzati per imprimere le lettere sui primi libri tipografici.
Servivano quindi affinché tutte le lettere che componevano le parole avessero la stessa forma e dimensione. Permetteva inoltre di procedere nella composizione delle pagine in maniera spedita (per l’epoca) e di rendere quindi i libri più fruibili per più persone.
E’ interessante tuttavia che oggi, nel mondo del collezionismo di libri antichi, quelli più preziosi siano invece quelli “unici”, che riportano errori o asimmetrie. Non parliamo poi degli incunaboli dei miniatori. Questi, con tutti i loro errori e licenze dell’amanuense, sono pezzi di valore inestimabile.
Vestire i bambini, lo stereotipo in psicologia
In nome del “polically correct”, ci stiamo abituando a considerare lo stereotipo come brutto e cattivo. In realtà, secondo il pedagogista Roberto Rospigliosi, le cose non stanno esattamente così.
Lo stereotipo (il maschio, la femmina, la portinaia pettegola, l’avvocato di successo, il bambino capriccioso…) ci serve per avere delle coordinate nel nostro modo di percepire la realtà. L’importante è non restare intrappolati nello stereotipo.
La nostra immagine mentale del mondo si rifà alla nostra esperienza, che però è appunto solo la nostra e non può essere considerata universale. Quello che io ho visto e percepito nel corso della mia vita non è la verità assoluta. E’ soltanto la mia verità. E’ importante che il bambino, con il supporto dei genitori e degli educatori, percepisca il sé e gli altri in maniera autonoma. Per fare questo, deve avere strumenti congrui per la sua età e per le sue capacità.
Vestire i bambini, la scoperta della realtà
Il bambino, che viene guidato dai genitori e dagli educatori alla scoperta della realtà, incontra per prima cosa la mamma. Scoprendo la mamma, e attraverso di lei, impara a conoscere l’ambiente domestico.
Più tardi, con il supporto degli educatori, conoscerà il piccolo mondo dell’asilo, poi la scuola, poi il campo di calcio o la scuola di danza e incontrerà sempre più persone. Si confronterà con una realtà sempre più ampia.
E’ importante, in primo luogo, che il bambino abbia radici profonde, ben piantate a terra, ed in secondo luogo che, forte di queste radici, sia in grado di misurarsi con il mondo “fatto di diversità e di contrasti”, come descrivono le linee guida di cui abbiamo parlato.
Un bambino sereno spesso non percepisce la diversità nei primi anni.
Impara a riconoscerla con il tempo, ma se è solido nel suo riconoscimento del sé non ne sarà spaventato, perché questa non lo metterà in discussione, se non in maniera positiva, nell’ottica dell’accrescimento, cioè della percezione, dell’esperienza e del riconoscimento dell’altro, come uguale a sé, ma non identico.
Il vestire i bambini, la congruità
Congruità è la parola chiave, nel vestire i bambini, per questo viaggio meraviglioso alla scoperta di sé stessi, della realtà e della vita.
Secondo Roberto Rospigliosi:
Un abbigliamento congruo mantiene in primo piano le esigenze del bambino. E’ confortevole, sia dal punto di vista pratico, che emotivo.
Non è giusto far indossare ad un bambino un bel vestito con il quale non può giocare, perché se si sporca sono guai, o perché è tagliato e cucito in maniera da renderlo poco comodo per le corse ed il divertimento.
A questo proposito, ti invito, cara mamma, a rivedere anche il post sui tessuti naturali ecologici per i bambini. Non far indossare ai bambini fibre sintetiche che fanno sudare e magari possono anche causare qualche eritema è già un buon punto di partenza.
Roberto Rospigliosi continua:
L’abbigliamento per i bambini deve essere comodo anche emotivamente.
Se una bambina rifiuta la gonna, perché si sente più a suo agio a giocare in calzoncini, deve essere lasciata libera di scegliere quello che la fa stare bene.
Sta poi alla mamma mediare tra l’esigenza della bambina, che vuole stare comoda e non avere costrizioni nel sedere composta, mentre gli amici giocano a calcio, e quelle della situazione alla quale dobbiamo partecipare.
Vestire i bambini per le occasioni
Per un matrimonio, ad esempio, si può proporre alla bimba di indossare i suoi shorts preferiti, ma completandoli con una blouse elegante ed un cerchietto o un altro piccolo accessorio da cerimonia, che potrà poi restare abbandonato sulla sedia, al ristorante, mentre lei si arrampica indiavolata sugli alberi in giardino.
Se invece la tua piccola adora vestirsi da principessina, ma poi vuole giustamente giocare libera e tranquilla, scegli per lei un pratico vestitino in puro cotone, magari con rouches e fiocchetti, che però puoi lavare e stirare in casa, senza pensieri.
Vale lo stesso per il tuo maschietto: verrà anche troppo presto il tempo di giacca e cravatta. Ispirati se vuoi al look di tuo marito, se ti piace il mini me padre e figlio, ma adatta il look al tuo bambino, liberandolo dalle costrizioni inutili, come cinture, cravatte e giacche strutturate. Una morbida giacca sfoderata e un paio di bretelle saranno accessori molto più adeguati per il tuo piccolo.
Ringraziamo di cuore Roberto Rospigliosi e con lui ci rivedremo presto, per un articolo su un argomento di scottante attualità: le collezioni bambino gender free.
Ciao a presto.